Obesità Infantile
Sappiamo tutti come sia importante mangiare sano e avere una vita attiva, ma nonostante ciò la Società Italiana Pediatri e il Ministero della Salute hanno evidenziato come in Italia, patria della dieta mediterranea, due bambini su 10 siano in sovrappeso e uno su 10 sia obeso.
L’obesità infantile è un fenomeno non solo dilagante ma anche persistente: circa il 50% degli adolescenti obesi rischia di esserlo anche da adulto.
Ma se da una parte i dati sono sempre più allarmanti, dall’altra la speranza non è persa. I genitori di tutto il mondo saranno felici di sapere che una varietà di organizzazioni, inclusa l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), si sono unite nella lotta per porre fine all’obesità infantile.
Impegnarsi in questa lotta richiede di comprenderne le definizioni, le cause, i trattamenti e le opportunità di prevenzione.
Come viene definita l’obesità nei bambini
Per i bambini di età compresa tra 2 e 19 anni, l’obesità viene definita utilizzando l’indice di massa corporea (BMI). Un BMI pari o superiore al 95 ° percentile per bambini della stessa età e sesso è classificato come obeso. Un BMI pari o superiore all’85 ° percentile ma inferiore al 95 ° è considerato rientrare nella categoria di sovrappeso.
Per i bambini di età inferiore ai due anni, attualmente non esiste una definizione raccomandata e concordata a livello nazionale per l’obesità.
Rischi per la salute
Esistono numerosi e gravi rischi per la salute associati all’obesità nei bambini, sia a breve che a lungo termine.
- Maggiori probabilità di riscontrare ipertensione, colesterolo alto e rapporto Trigliceridi (TRG)/HDL maggiore di 3, tutti fattori di rischio per future malattie cardiovascolari. In uno studio, ad esempio, è stato scoperto che circa il 70% dei bambini obesi presenta almeno un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari.
- Rischio molto maggiore di sviluppare il diabete di tipo 2. In effetti, l’ascesa del diabete di tipo 2 nei bambini ha suscitato grande preoccupazione nella comunità medica, poiché il “diabete dell’infanzia” era visto solo come quello di tipo 1 più raro.
- Maggiori probabilità di avere problemi respiratori, come asma e apnea ostruttiva del sonno.
- Produzione estrogeni e di citochine pro-infiammatorie che sono la causa prima di sindrome metabolica
- Maggiori probabilità di avere problemi alle articolazioni e malattie del fegato grasso che sono state associate a cirrosi e cancro al fegato.
Infine, come hanno notato molti esperti, l’obesità o il sovrappeso nell’infanzia spesso portano all’obesità in età adulta.
Le cause
È impossibile indicare una singola causa dell’epidemia di obesità infantile. Piuttosto, sono in gioco una varietà e una combinazione di fattori.
Uno stile di vita più sedentario è sicuramente il fattore prevalente nel diffondersi di questa patologia. Gli studi hanno dimostrato che i bambini che guardano la televisione per più di un’ora al giorno tendono ad avere un indice di massa corporea (BMI) più elevato e una pressione sanguigna più alta. I ricercatori hanno suggerito che maggiore tempo trascorso davanti alla televisione è associato a cattive scelte alimentari che portano a sovrappeso e obesità e, a loro volta, a un aumento del rischio cardiovascolare.
Il declino dei programmi di educazione fisica e il tempo dedicato all’attività fisica durante la giornata scolastica, sono stati anche implicati nell’aumento dell’obesità infantile e adolescenziale. Oltre all’obesità stessa, ci sono molte ragioni per cui questo declino dell’attività fisica è motivo di grave preoccupazione; livelli più bassi di forma fisica tendono a far aumentare il rischio di malattie cardiache.
Anche le cattive scelte nutrizionali degli alimenti ricchi di calorie sono state collegate all’obesità infantile. Molti studi hanno trovato una relazione tra determinati comportamenti dietetici, come il consumo di alimenti alto-glicemici, prodotti con farina doppio 0, il consumo di bevande zuccherate, e problematiche relative al peso. Bisogna tener presente che la categoria di bevande zuccherate comprende sia bevande analcoliche che bevande a base di frutta e succhi, a cui spesso vengono aggiunti più zuccheri.
Ci sono anche fattori genetici in gioco, molti dei quali sono appena stati studiati o scoperti. Ad esempio, gli scienziati hanno scoperto che il gene FTO può conferire una tendenza allo sviluppo dell’obesità negli adolescenti ma i corretti comportamenti (epigenetici) possono mitigare la predisposizione genetica.
Prevenire l’obesità
La chiave per la prevenzione? Cominciare sin dai primi 1000 giorni di vita (durante la gravidanza e i primi due anni). Questi sono periodi cruciali per la salute futura: la letteratura scientifica ha infatti dimostrato che ciò che accade durante questo lasso di tempo può influenzare la predisposizione a varie malattie nelle età future. Si consiglia perciò di allattare al seno fino a 6 mesi, di seguire le norme per lo svezzamento secondo raccomandazioni nazionali, di non aggiungere sale e zuccheri alla dieta dei bambini e soprattutto ridurre al massimo il consumo di prodotti a base di farine doppio 0 e alimenti alto-glicemici
Dopo i 2 anni
Come tutti ormai sappiamo la regola principale per tenere lontani sovrappeso e obesità, valida a tutte le età, è seguire un’alimentazione a bassa densità calorica, basata sui principi della dieta mediterranea, con almeno 5 porzioni tra frutta, verdura e ortaggi. Ma anche per questa età va ridotta al massimo il consumo di prodotti a base di farine doppio 0 e alimenti alto-glicemici
A tutto ciò è necessario aggiungere un’altra “regola d’oro”: trascorrere almeno 60 minuti al giorno in attività fisica. E’ documentato che essa previene sovrappeso e obesità e migliora il metabolismo a tutte le età.
Sottolineammo che l’attività fisica nei bambini non significa necessariamente coinvolgerli in un’attività sportiva strutturata, ma avere uno stile di vita attivo come camminare a piedi, andare sul triciclo o in bicicletta, giocare all’aperto, fare le scale ecc. . Il movimento non è solo sport, è anche e soprattutto gioco.
Un nuovo approccio dietetico
Dimenticando le diete di un tempo rigide e restrittive in cui tutto era vietato, negli ultimi anni è stato proposto un approccio cognitivo-comportamentale basato sull’educazione alimentare per tutta la famiglia. Questi nuovi programmi hanno come finalità la riduzione del peso attraverso un progressivo cambiamenti dello stile di vita, tutto ciò realizzato partendo dal rispetto del paziente e della sua famiglia. Questo percorso educativo cerca di superare la vergogna che blocca le persone e la famiglia davanti ad una patologia, si propone come obiettivo di affrontare e ridurre gli episodi di derisione e bullismo tanto comuni in ambito domestico e scolastico, che fanno soffrire bambini e ragazzi portando anche a ulteriori problemi comportamentali e psicologici. Lo scopo è quello di modificare le rappresentazioni mentali, gli atteggiamenti e i comportamenti delle famiglie con obesità nei confronti degli alimenti e dell’attività motoria attraverso un processo di rieducazione che porta a una crescita culturale e ad una nuova consapevole delle scelte di vita e di salute.
Sara
In collaborazione con il Dott. Senni Antonello (Biologo Nutrizionista)
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