Disturbi specifici dell’apprendimento, i passi utili per aiutare un bambino
La presa in carico di un bambino o ragazzo con un Disturbo specifico dell’apprendimento (DSA), quali dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia, è qualcosa che abbraccia tutta la rete di figure che ruota attorno al soggetto e che si sviluppa a partire dall’individuazione delle difficoltà. I protagonisti principali sono sicuramente i docenti, la famiglia e gli operatori specializzati che si occupano della diagnosi quali il neuropsichiatra, lo psicologo, il logopedista e il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva.
Il 12 luglio 2011, sono state pubblicate dal dipartimento per l’Istruzione del MIUR (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca) le Linee guida per il diritto allo studio degli alunni con disturbi specifici di apprendimento, dove a partire dalla sezione dedicata alla scuola dell’infanzia si sottolinea il suo fondamentale “ruolo sia a livello preventivo, sia nella promozione e nell’avvio di un corretto e armonioso sviluppo del bambino in tutto il percorso scolare“[1]. Gli insegnanti, quindi, hanno un ruolo cruciale e, come afferma l’articolo 5 della legge n. 170 del 2010, i bambini con DSA hanno il diritto a misure dispensative e strumenti compensativi in un’ottica di didattica individualizzata e personalizzata. Tutte le disposizioni messe in atto devono, inoltre, essere periodicamente verificate e aggiornate per confermare efficacia o beneficio [2].
Con l’obiettivo di semplificare e di riassumere le varie fasi, previste dalla Legge, che vedono
coinvolte la scuola, le famiglie e i servizi, nelle Linee guida sopra citate è stato definito un diagramma presentato nella figura n.1.
La tempestività di una diagnosi e di un intervento abilitativo/riabilitativo sembrano essere una delle variabili più rilevanti per l’efficacia di un intervento di recupero. Le difficoltà nelle abilità scolastiche tendono ad aumentare con il passare del tempo, se non vengono attivati interventi compensatori. Questa situazione si verifica perché alcuni apprendimenti dipendono da altri apprendimenti precedenti e anche perché si presentano gli effetti negativi prodotti dagli insuccessi scolastici, le difficoltà di apprendimento, la motivazione allo studio, l’autostima dell’alunno, le aspettative di insegnanti e genitori che si mescolano insieme[3].
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Dott.ssa Gloria Rastellini
Fig.1 Diagramma schematico dei passi previsti dalla legge 170/2010 per la gestione dei DSA[4]
[1] Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Dipartimento per l’Istruzione, Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento, allegate al decreto ministeriale 12 luglio 2011, pp.10-11.
[2] Parlamento italiano, Legge 8 ottobre 2010, n. 170. Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico, Roma 2010.
[3] Terreni Alessandra, Tretti Maria Lucina, Corcella Palma Roberta, Cornoldi Cesare, Tressoldi Patrizio E., IPDA – Questionario osservativo per l’identificazione precoce delle difficoltà di apprendimento, Erickson, 2011, pp.11-12.
[4] Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Dipartimento per l’Istruzione, Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento, allegate al decreto ministeriale 12 luglio 2011, p.21.